PERSONALE
1993
L'ORIGINE
DELL'OPERA D'ARTE NON È ALTRO CHE L'ARTE
[...Così,
le superfici o "tavole" della Porcaro sono innanzi tutto il
frutto di una sottile ricerca materica affidata ad un concetto alto
della tecnica praticata in questo caso con la materia, come
linguaggio privilegiato della pittura, come poetica rigenerativa di
una matrice storica riferita all
'Informale, ma dalla quale la giovane
artista si discosta...Tempo e spazio, nell'immaginario di Letizia
Porcaro, cessano, infine di essere ferree coordinate per diventare
soffici strutture che possono restringersi o dilatarsi in modo da
comprendere il manifestarsi della sua personalissima pittura.]
Francesco
Carbone
PERSONALE 1996
SENSUALE,
VIBRANTE MATERIA
[...Cola, con la proprietà del metallo fuso, o simile all'esuberanza della crescita vegetale, la materia dell'intelletto. Essa si sposta dagli abissi della coscienza, per soddisfare un bisogno primario, incontenibile. Si proietta, in quanto attratta da un magnetismo che tutto coinvolge e avvolge. Per questo, una sorta di naturale abbraccio con gli elementi, caratterizza il viaggio endocosmico di Letizia Porcaro... Sembra che gli atteggiamenti di un latente espressionismo, mescolato alle icone di un ricreato neoinformale, non disdegnino l'esultanza materica. Tale cifra attribuisce a Letizia Porcaro, un particolare e suasivo linguaggio.]
Aldo Gerbino
PERSONALE 1997
LETIZIA PORCARO
[...Sono, visioni terrestri, colme di fuochi sotterranei, a rendere inquieta questa pittura, a esacerbare il travaglio delle tecniche miste, a decomporre l'apparizione fugace del segno. Sembra che i versi di Blake tratti dal The marriage of Heaven and Hell, prendano consistenza: "Fu allora che apparvero piante" e "sull'ossa imbiancate, argilla rossa emerse". da questa argilla pastosa, pare che emergano quei materiali morbidi di Barilli, venati di sangue, palpitanti di linfa, pregni di una improvvisa e straziante solitudine.]
Aldo Gerbino
PERSONALE 2000
TRACCE E APPARENZE
[….Un
quadro di Letizia Porcaro è un esperienza senza ossigeno. Si
scoprono, così, deserti interiori di un umanità che ha rinunciato
a vivere. Un senso di abbandono e sfiducia pervade tutta la
produzione di questa artista che, contrariamente a quanto potrebbe
sembrare, continua a battersi per la vita. I suoi quadri sono un
monito, un invito ad apprezzare ciò che si ha per lasciare un domani
al mondo, un mondo migliore e non una pianura desolata di niente. Gli
stracci affioranti dalla superficie dei dipinti, sembrano forze,
onde, fibre vitali bloccate ed impoverite, rinsecchite e lacere, su
territori desertici. Una concezione, la sua, che ancora più si
manifesta nella scelta dei colori che, oltre che da un punto di vista
cromatico, si rivela azzeccata anche nella composizione chimica degli
stessi; non ci sono pigmenti naturali ma soltanto vernici da
laboratorio. Negli anni la ricerca di Letizia Porcaro si è andata
evolvendo giungendo, ora, a questa visione lucida e spietata, di una
realtà che non accetta repliche, in cui tutto è finito, manipolato
e dove l'unica verità è racchiusa in frastagliati fiori ossei.]
Vinny Scorsone
PERSONALE 1998
VELAMI, LUCORI, FUOCHI
[...Il modello percettivo di Letizia Porcaro si impone per l'assunzione, in questo più avanzato percorso di ricerca, di una materialità capace di coinvolgere il più possibile la sua sfera sensitiva. In primo luogo questa viene espressa attraverso la fabbrilità: coinvolta dall'esercizio di un ritmo compositivo in crescendo, determinata con forza in oggetto, un territorio, una cupa frangia della realtà, o ancora un assorto biologismo, elementi, questi, non fine a se stessi, piuttosto impulsivi emblemi, convenzionali nella loro qualità di sostanza simultaneamente vissuta come allegoria del tempo. Di particolare efficacia è l'uso di materiali organici, quali segmenti ossei, se non sfaldati lamine tessutali, tesi alla ricerca di una provocatoria tensione che si è stabilita tra artista e oggetto, tra azione antropologica e intelletto, tra memoria e dolore presente, tra sortilegio delle materie e dissacrante ironia.]
Aldo Gerbino
PERSONALE 2012
LETIZIA PORCARO
"...Sapessi
volare,
aprirei il mio cuore al vento.
Saluterei il sole con
una mano,
Mi addormenterei sulla luna.
Ballerei con una
stella.
Colorerei quel buio notturno..." (anonimo)
[...Ed è qui che immagino Letizia nel suo cammino scalzo e delicato attraverso un deserto alla ricerca della vita spesso abbandonata e maltrattata dove l'artista aspira a dare un senso, a restituire una forma, una bellezza ma soprattutto una protezione sicura a ciò che l'uomo ha disperso nel suo spazio del suo tempo. Elementi abbandonati dall'uomo vengono ripresi, rivissuti e ricomposti con elementi vitali. Letizia Porcaro, artista palermitana ritorna ad esporre a Palermo parte dei suoi quadri in un periodo volutamente prestabilito dove il “desiderio” risulta ancora più rivelato ed esplosivo.]
Antonella Spina
ALTRE TESTIMONIANZE
[…Letizia Porcaro affida il suo sentire a realizzazioni complesse, dove la “costruzione” dell’opera richiede elementi comuni, ma adattati al suo racconto in perfetta armonia con un cromatismo a volte brumale a volte corrusco che lascia intuire il prorompere di sentimenti e sensazioni dal rapido sovrapporsi, filtrati da uno substrato culturale di notevole spessore.... Le opere di Letizia Porcaro ci hanno coinvolto in una spirale di bagliori accecanti e di oscure tenebre, in estenuanti esercizi cerebrali ed appaganti risposte che, al fine, chetati dalla consapevolezza della comprensione, ci permettono di essere partecipi di un mondo la cui verità non è racchiusa solo nell’osservazione visiva, ma anche in una compenetrazione di sensazioni e sentimenti che offrono la struggente certezza di essere partecipi, per un attimo, dell’esaltazione artistica di Letizia Porcaro.]
Claudio Alessandri
[…Letizia Porcaro percorre a ritroso le tracce per un possibile ritrovare un punto zero del tempo, può costituire l'esercizio di un desiderio di eterno che da sempre accompagna l'uomo per andare in fondo alle ragioni più profonde del suo conoscersi. Nel momento presente, può essere un modo per ritrovarsi, ma anche lasciarsi cogliere dalla seduzione di un perdersi che mentre lascia andare a nuove avventure, permette di aprire varchi in un sistema di sensorialità sopite, ma anche di aprire lo sguardo a un altro vedere che, nella perduta nozione dei giorni, permette di varcare la soglia di inesplorate zone di silenzio. Ed è in queste zone dove tutto tace ed appare immobile che Letizia Porcaro apparecchia gli elementi di un rito che sembra condurre all'annullamento; il luogo ove smarrirsi anche cancellarsi, per aprire un dialogo con la terra e la polvere che può condurre all'evento del nascere come del morire....ciò che seduce letizia Porcaro è questo insondabile rapporto tra interno ed esterno, tra ciò che è e tra ciò che appare, tra ciò che si rivela e ciò che rimane oscuro e profondo, analogia di una terra che mentre germina nasconde e mentre rinasce muore.....]
Franco Spena
COLLETTIVA 1994
COLLETTIVA 1998
COLLETTIVA 1997
COLLETTIVA 2002
COLLETTIVA 2002
COLLETTIVA 2005
COLLETTIVA 2010
COLLETTIVA 2011